Alessandro Broccolo – Coach professionista

Le leggi Spirituali del Successo

2 Aprile 2022

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Ebbene sì, si può parlare di spiritualità anche legandola al successo.

Troppo spesso separiamo il chi siamo dal cosa vogliamo e dal metodo per raggiungerlo.

Il segreto che possiamo portarci a casa oggi, la possibilità della giornata, è che la spiritualità, che è consapevolezza di chi siamo, è l’aspetto più pratico, attivo e quotidiano della nostra giornata, della nostra vita.

Non c’è separazione tra Quello che siamo, la spiritualità, UNO, la nostra consapevolezza mentale, le nostre energie e il nostro corpo, fatto di tutti i sistemi e apparati che lo regolano, la nostra fisiologia.

La nostra parte più fisica ci permette di percepire e trasmettere le informazioni alla nostra parte più spirituale.

Ne abbiamo già parlato spesso, soprattutto nel podcast; i nostri sensi, la nostra chimica, sono correlati alle nostre emozioni e queste, se diventano consapevolezza, libertà e sentimenti sono il tramite per lo spirito. Nel mezzo ci sta il pensiero, ma anche questo può o no essere consapevole e questo dipende sempre dalla nostra, appunto, consapevolezza di chi siamo.

E’ molto semplice a parole: se non siamo padroni e liberi di controllare la nostra percezione di noi stessi nel mondo, le nostre emozioni e le nostre energie, il pensiero che segue è nostro solo in parte. Rimane un pensiero istintivo che permette la sopravvivenza.

Ma noi  vogliamo vivere e non sopravvivere.

Ecco perché dovremmo vedere il successo come un percorso spirituale.

Ce lo insegna benissimo Deepak Chopra nel suo libro “Le sette leggi spirituali del successo”, edito da Sperling.

Vediamole:

  1. la legge del silenzio: l’importanza di entrare in contatto con noi stessi, ad esempio con la meditazione, ma anche con la natura. Nel silenzio però c’è anche l’ascolto;
  2. la legge del dare: ogni giorno possiamo dare qualcosa a qualcuno, al mondo ed a noi stessi;
  3. la legge del Karma: ogni effetto, ogni situazione ha una causa. Possiamo imparare ad essere consapevoli prima di agire e possiamo imparare ad accettare con occasione per rendersi conto che tutto quello che accade è stato da noi in qualche modo prodotto;
  4. la legge del del minimo sforzo: tutto in natura, nell’universo, è fatto per funzionare con semplicità e naturalezza. Il minimo sforzo non significa non impegnarsi, anzi il contrario, significa accettare quello che arriva e crescere, significa diventare consapevoli e fare in modo che tutto sia come deve essere. Quello che ci viene naturale, anche l’impegno e la forza di volontà, sono quello che abbiamo dentro;
  5. la legge del desiderio: solo quanto ho capito le precedenti potrò rendermi conto che tutto quello che desidero si può realizzare. La sofferenza è data dal volere delle cose che sono fuori di noi, dal cercare delle soddisfazioni che condizionano la nostra felicità. Per quanto mi riguarda imparare a desiderare “il desiderio giusto” è la cosa più difficile.
  6. la legge del distacco: dopo aver desiderato cosa dobbiamo fare? Anzi che tipo di caratteristiche deve avere questo desiderio? Vi ricordate quante volte abbiamo parlato di identificazione? Bene questo è il significato di questa legge. Se il nostro desiderio non è veramente il contenuto ed il processo di questo desiderio, ma il frutto, l’aspettativa, allora non stiamo rispettando questa legge. Questo è uno dei motivo per i quali non si avverano i nostri desideri;
  7. infine veniamo alla protagonista del nostro percorso, la Purpose: la Purpose si chiama Dharma ed è capire quale sia il nostro scopo nella vita. 

Ma qual è il nostro scopo nella vita?

Vivere.

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