Alessandro Broccolo – Coach professionista

#15 La neuroscienza del design thinking …con un pò di meditazione e tanta dopamina

3 Gennaio 2023

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Secondo me questo è il miglior tema per cominciare il nuovo anno cosa dite?

In questa puntata proviamo a spiegare cosa c’è dietro il design thinking, perché funziona, perché non funziona e come farlo funzionare meglio. Ovviamente prendiamo il design thinking come esempio, ma quello che stiamo per dire si potrebbe applicare a qualunque processo creativo, lavorativo e privato

Se già così il tutto potrebbe sembrare incredibile, io ci aggiungo la meditazione, perché ricordiamoci sempre che quando parliamo di vita, che sia interiore o esteriore, cambiano le forme, ci sono differenti livelli di spiegazione e analisi, ma la sostanza sotto è sempre la stessa. Questo dovrebbe essere il vero significato di olistico e questo è il significato di “spiritualità che fa rima con quotidianità”.

In noi e di conseguenza nel mondo, tutto funziona grazie a poche leggi, a pochi meccanismi che possono essere spiegati con la scienza o con la spiritualità e, guarda caso, si arriva alle stesse conclusioni. La maggior parte delle volte si tratta solo di essere curiosi e di andare a cercare le fonti scientifiche che spiegano qualcosa – alcuni di noi lo fanno – e, molto più difficile, cercare le fonti interiori che spiegano qualcosa…molti di noi lo fanno in modo automatico perché siamo programmati per sopravvivere, ma pochi di noi lo fanno con coscienza e volontà. 

Bene, da dove partiamo? Partiamo dal concetto di creatività, perché se parliamo di design thinking parliamo proprio di creatività. Secondo la neuroscienza quando parliamo di creatività non intendiamo affatto qualcosa di nuovo, ma qualcosa che in noi è già stato registrato, visto, provato, anche emozionalmente, qualcosa che è familiare, ma che viene riproposto in modo diverso e che, soprattutto, ha un significato importante per noi, per il mondo, per la vita in generale.

Ma se la creatività non è qualcosa di “nuovo, di mai visto”, forse significa che è solo un modo diverso di “vedere” qualcosa? In un certo senso si e infatti alla creatività sono collegati due tipi di pensiero, convergente e divergente o potremmo dire di sintesi o fuori dagli schemi, o ancora abituale o fuori dalla comfort zone..insomma tutte cose già sentite…a proposito che la creatività non è nulla di completamente nuovo…

Il pensiero convergente e divergente è collegato a due aree del cervello diverse con relativi neurocircuiti..non entriamo in questo dettaglio, nelle note vi lascio tutte le fonti…un dettaglio che se non siete nerd vi interessa poco, neanche io l’ho memorizzato.

Due neurocircuiti e di nuovo un sola fondamentale molecola, che ritroviamo in quasi tutto; una molecola alla quale ho dedicato due puntate
la dopamina.

La dopamina, collegata ricordiamolo alla motivazione ed al movimento, prima che al piacere, è collegata alla creatività perché essere creativi vuol dire essere motivati e poi agire.

Vediamo i pensieri:

  • convergente, un pensiero di sintesi e che ci porta ad una soluzione, spesso la più ovvia o comunque una tra quelle più sensate per il contesto e l’insieme di opzioni;
  • divergente significa appunto vedere qualcosa e iniziare a pensare fuori dagli schemi, fare brainstorming, tante ipotesi.

Bene nel design thinking non si fa proprio questo? Si parte da bisogno, obiettivo, ipotesi e si iniziano a fare dei reframing, delle associazioni, delle soluzioni. Pensiero divergente. Poi si raggruppano e si arriva ad una soluzione che si testa. Pensiero convergente + azione. Di fondo sempre una grande motivazione, un entusiasmo.

Quando vogliamo essere creativi, in generale, dovremmo quindi essere motivati, pensare divergente e poi convergente ed essere orientati all’azione, sia interiore che esteriore aggiungo io.

Abbiamo messo insieme qualcosa di professionale con qualcosa della vita privata…ma facciamo di più..

Come alziamo la dopamina e quindi la motivazione? Come alleniamo il pensiero prima divergente e poi convergente?

I modi sono diversi..qui vediamo questi.

Dopamina: prima di tutto se siamo già motivati e carichi gli studi sembrano dirci che non dobbiamo alzare ulteriormente la dopamina perché non saremmo in grado di focalizzarci, cosa che vediamo in chi fa uso di sostanze stupefacenti o in alcuni disturbi come il disordine bipolare dove la persona è stra eccitata e motivata ma non è concreta, oggettiva e focalizzata su quello che può fare.

Se abbiamo bisogno di motivarci vanno bene musica o stimoli esteriori come lo sport. In sostanza se siamo un pò giù, stanchi,  prima di iniziare un processo creativo dovremmo caricarci..ma occhio al  caffè perchè esso, anche se attiva i recettori della dopamina, lo fa per la parte che riguarda il pensiero convergente che ci serve dopo..

A me succede..sono bloccato e poco motivato, vado in palestra e mi sfogo, torno a casa pieno di entusiasmo e idee,  magari mangio qualcosa e mi bevo un caffè e poi vado sul concreto.

Pensiero convergente e divergente. Qui entra in gioco la nostra pratica, il più possibile quotidiana, di meditazione…lo sapete che la meditazione ha un significato e valore spirituale e divino e usarla in questi contesti potrebbe sembrare una blasfemia…bene per me si e no…per me è poco utile se meditiamo per diventare più ricchi o performanti o per rilassarci.. si medita per realizzare quello che siamo dentro, ma quello che siamo e facciamo nella vita fa parte di questa realizzazione, quindi, per me meditare per vivere meglio non è sbagliato..sta ad ognuno di noi poi sentire o non sentire dentro di sé il valore divino di quello che facciamo…

Ci sono tanti modi di meditare e noi li sintetizziamo in due: focalizzandoci con volontà o osservando e ascoltando quello che accade, senza identificarci o farci coinvolgere.

Uno studio, che lascio sempre nelle note, ha visto che il primo modo aumenta la nostra capacità di focus e quindi di pensiero convergente ed il secondo quello innovativo e convergente. Ammesso che vogliate fare tutto insieme in una meditazione, anche qui si parte con la meditazione che osserva senza giudizio, collegata al pensiero divergente, per poi chiudere con quella dove focalizziamo la nostra attenzione su un qualche oggetto, corpo, respiro, suoni ecc ecc..

Ovviamente ci sarebbero stati tanti modi di affrontare questo argomento e noi ne abbiamo visto solo uno.

Riassumendo: per essere creativi dobbiamo allenare sia il pensiero convergente che divergente e dobbiamo essere motivati al punto giusto da portare tutto all’azione. Gli eccessi non funzionano; se siamo poco motivati degli stimoli positivi sono di aiuto, ma se siamo già carichi non ha senso caricarsi troppo. Infine abbiamo detto che la meditazione può essere di aiuto.

Vi lascio con questa domanda: se entrassimo nella profondità di quello che abbiamo visto oggi, come potrebbe cambiare la nostra vita? Al di là del lavoro e dei progetti, come potrebbe cambiare il progetto vita? sempre se questa divisione poi esiste.

Vi ricordo che nelle note vi lascio gli studi e le fonti di riferimento.

Grazie.

Riferimenti:

The Huberman Lab

Studio: Open monitoring meditation reduces the involvement of brain regions related to memory function

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