INTER-ESSERE. La prima volta che ho sentito questa parola, questo concetto, è stato durante un podcast dove ero io l’intervistatore. Di Inter-Essere ne parlò Tich Nath Han ed in generale è un termine che fa parte della filosofia orientale. Insieme a VITA, PURPOSE, WELLBEING E INTERIORITÀ forse è il termine che meglio spiega quello che stiamo facendo qui e negli altri contenuti, quello che faccio nelle aziende o come coach personale.
Lo “stato” nel quale stiamo cercando di metterci è di apertura, ascolto, libertà e responsabilità. Uno stato fisico, mentale ed interiore (tre livelli della stessa cosa) che ci porta a fare una passo indietro rispetto alla nostra identità, causa di ansie, rabbia, ambizioni che ci fanno tralasciare l’importanza del processo, del momento. << Perché si, volere qualcosa è sempre causa di malessere perché significa che qualcosa manca, ma a differenza di quello che possiamo pensare non è detto sia necessario smettere di volere, forse basta imparare a farlo…ma tempo al tempo. >> Questo stato ci porta a mettere la VITA al centro e farlo è INTER-ESSERE.
INTER-ESSERE è il saper vivere come il testimone degli eventi, dei fatti, minuto per minuto della nostra quotidianità.
Inter-essere è saper svuotare la nostra giornata, lavorativa e privata, alle poste come al ristorante, di tutti quegli elementi che rendono le questioni qualcosa di personale, di piacevole o spiacevole, di mio o tuo, di “sono qualcuno o no”. Inter-essere è non pensare alla Purpose come una missione identitaria, ma come una espressione di vita. Nello svuotare queste credenze portiamo tutta la nostra attenzione su quello che sta avvenendo, sulla RELAZIONE, che non è altro che la VITA che intreccia sé stessa.Ora, possiamo pensare che questo sia non fissare obiettivi, non prendere decisioni, non farsi rispettare o peggio non lottare per le ingiustizie; è proprio il contrario.
Stare nella vita, nella relazione, nell’inter-essere significa essere lucidi, consapevoli, responsabili, leader in ogni momento. Significa sapere (ad esempio) che quello che sto pensando, la mia reazione a qualcosa di spiacevole o il mio attaccamento a qualcosa di piacevole, si basa su come il cervello interagisce con il budget del corpo e come questo, nel tempo, abbia costruito in noi il nostro mindset. Se vogliamo veramente avere un impatto in noi e nel mondo, come possiamo farlo se non ci alleniamo a vedere le cose invece di dare loro un attributo di identità, di merito o demerito? Essere testimone significa far parte (inter-essere) del fenomeno vita e non cercare di scappare o appropriarsene….poi certo ci siamo dati delle regole, delle leggi e queste vanno rispettate. Inter-essere non significa che “io non esisto”, ma significa che siccome sono parte del tutto la mia identità non è indipendente da quello che mi circonda. Come sempre sta ad ognuno di noi approfondire, dare un significato a queste riflessioni che apparentemente sembrano lontane dalla nostra quotidianità; riflessioni che la filosofia spirituale e la scienza spiegano e studiano. Proprio perché sembrano lontane, non vediamo (testimone) quello che c’è davanti ai nostri occhi.