La scorsa volta abbiamo parlato di come le nostre sensazioni interne (interocezione) si chiamino per la scienza “affect” e di come esse rischino di confondere l’esperienza di noi stessi con l’esperienza del mondo e degli altri.
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Sulla scia di questi concetti oggi ci portiamo a casa questo messaggio. Il primo punto è che, in generale, per il sistema nervoso e corpo non c’è differenza tra gli stimoli, non hanno un nome o una classifica qualitativa. Quando facciamo alzare l’adrenalina stiamo dando energia e stiamo supportando il sistema immunitario e questo può avvenire in vari contesti, piacevoli o meno. Il secondo punto è che non possiamo mentire a noi stessi ed anche questo è stato trattato qui. Questo ci fa anche capire che il pensiero positivo fine a sè stesso lascia il tempo che trova.
Ma non dobbiamo portarci a casa il messaggio sbagliato.
Infatti, anche se il nostro cervello non “capisce” la differenza, abbiamo la possibilità di usare “tecniche ed esercizi” e soprattutto contesti associati alla nostra volontà, per costruire risposte dell’organismo che aumentino la nostra resilienza. Ecco perché in questo podcast sono state nominate tutta una serie di tecniche stressogene che però possiamo imparare a fare con la nostra volontà.
Volontà+contesto+azione=vero pensiero positivo