Alessandro Broccolo – Coach professionista

Fare l’esperienza delle piccole cose

29 Marzo 2022

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Cosa ci spinge ad agire?

Nel nostro agire che tipo di esperienza cerchiamo?

La cerchiamo veramente?

Che risultati ci sono?

Ormai sono molti anni che si sente dire di come ci sia bisogno di vivere delle esperienze; già questo è un pò un controsenso perchè se cerco delle esperienze per vivere, per essere vita, significa che penso che senza un qualche tipo di esperienza sono una sorta di morto che cammina.

Proviamo invece a pensare che la vita per esistere e per manifestarsi è pura esperienza e da qui partiamo per costruire tutto, sia il dentro che il fuori di noi.

L’azione ha bisogno di esperienza: il raggiungere, il creare, il successo, il denaro, la performance hanno tutti bisogno di esperienza.

In quale situazione ci troviamo oggi?

  • siamo completamente concentrati sul fare ed infatti le persone si misurano sui numeri e non sull’essere;
  • allo stesso tempo siamo sempre alla ricerca di esperienze o in quello che facciamo,  questo in un certo senso è già positivo, oppure le cerchiamo in momenti di “ricarica” come la vacanza o il tempo libero, dove fortunatamente l’esperienza prende il posto sul fare… anche se questo non accade sempre e comunque, anzi spesso le vacanze diventano veri e propri incubi 🙂

Vediamo il primo punto: “l’essere” concentrati completamente sull’azione.

Gli effetti li possiamo vedere sul corpo, sulla mente, sulle nostre relazioni.

Prima di tutto c’è il solito trick, ma che poi è il 100% della nostra infelicità; se l’azione è al centro di tutto, implica che devo fare qualcosa di esterno, qualcosa fuori di me. Se è fuori di me è qualcosa dal quale dipendo e quindi ormai abbiamo imparato che significa essere identificato con l’azione. Io non sono ed esisto come pura consapevolezza, ma sono perchè faccio e il fare è imposto da condizioni di vita, lavoro, società, abitudini, voglie, stress  ecc ecc.

Nessuna azione, ripeto nessuna azione, può essere dentro di te; quello che può essere dentro è la consapevolezza e la responsabilità dell’azione che andrai a fare in quel preciso instante.

C’è una bella differenza ragazzi; una cosa è essere completamente consapevoli di chi siamo, quindi non il corpo e non la mente ed essere i piloti di queste parti.

Un’altra cosa è agire come risposta ad un dovere esterno, agire come reazione, agire perchè abbiamo imparato il nostro ruolo e la nostra routine. 

Una persona completamente consapevole delle proprie azioni è libera da tutto, ma coinvolta in tutto. 

Siamo in grado di controllare, nel senso di liberare  il nostro corpo? Siamo in grado di controllare, sempre nel senso di liberare, i nostri pensieri? Siamo in grado di concentrarci così tanto su una cosa da non sentire il telefono? Siamo in grado di essere certi della decisione che prendiamo senza fare un’analisi dei pro e contro?

Facciamo anche solo una semplice domanda: Perchè?

Perchè stamattina ci siamo alzati e messi al lavoro?

Perchè stamattina abbiamo fatto colazione?

Perchè il sole ci scalda anche oggi e nel pianeta c’è ancora ossigeno?

Perchè bevo il caffè?

La maggior parte di noi a queste ed altre domande risponde in funzione di un bisogno esterno, dove per bisogno esterno si intende l’abitudine o pensiero.

Si, perchè quando dico che l’azione è sempre dipendente dall’esterno se non è consapevole, intendo anche  L’AZIONE MENTALE. 

Non serve muoversi per compiere un’azione, a volte basta anche un pensiero. A volte basta il pensiero per creare delle reazioni fisiologiche nel corpo, gonfiori, palpitazioni, battiti accelerati. A volte basta un pensiero o il vedere qualcosa che viene registrato dai sensi (quindi fuori di noi) per attivare dei neurotrasmettitori che ci fanno provare delle emozioni, belle o brutte che siano. Esse rimangono per ore, giorni e finiamo per dire “io sono fatto così sulla base di quello che provo”.

BENVENUTI NEL MAGICO MONDO DELL’AZIONE.

Senza rendercene conto ad un certo punto le batterie si esauriscono ed ecco che allora cerchiamo l’esperienza. 

Siamo al punto due del come viviamo oggi.

Che esperienza cerchiamo? Abbiamo fatto l’esempio della vacanza.

Dove sta l’inganno? Nel pensare che fare esperienza si limiti solo al godere di qualcosa attraverso i sensi. Quando lo facciamo ci sentiamo meglio, ma poi quanto dura? Quanto ci mettiamo a tornare alla vita “normale”?

Questo tipo di esperienze sono comunque importanti per la nostra gioia e benessere, ma dobbiamo vederle come una piramide.

Godersi un’esperienza sensoriale aiuta a prenderci cura del nostro corpo e questo ha implicazioni sulla nostra mente oppure possiamo prenderci cura della nostra mente e questo ha delle implicazioni sul nostro corpo.

Immaginate questa come la piramide dei bisogni di Maslow, solo che questa volta la piramide è rovesciata ed è fatta solo di esperienze, interiori ed esteriori.

Per muoverci  nella piramide dobbiamo:

  1. renderci  conto che c’è sempre un’ esperienza del nostro Sé, ma che noi la nascondiamo con azioni e reazioni, li è dove siamo veramente noi;
  2. che ogni cosa deve essere un’esperienza volontaria che parte da dentro, non una reazione o risposta ad un bisogno o stimolo esterno;
  3. che devo allenarmi a scegliere tra l’esperienza sensoriale che mi fa veramente bene e quella che mi fa male. Quella che fa bene nutre contemporaneamente corpo, mente e spirito, quella che se ne va presto invece nutre solo il corpo e inganna la mente. Non essendoci poi nutrimento per lo spirito la mente torna al suo stato di allerta e rincorsa e siamo da capo. Fare esperienza non è evadere, fare esperienza è nutrimento;
  4. allenarci per fare in modo che l’esperienza sensoriale sia libera e non un bisogno. Bevo un caffè perchè mi piace e non perchè mi serve;
  5. allenarci a fare esperienza del perchè senza domandarci il perchè. Non mi interessa sapere perchè sorge il sole, ma se esco di casa con caffè e cellulare in mano, correndo senza neanche vedere cosa ho attorno e non mi fermo 3 secondi con la mia consapevolezza a dire “GRAZIE” al sole, ho perso tutta l’esperienza;
  6. dare un ordine alle esperienze e mettere prima quelle semplici, silenti, interiori, che non hanno supporto esterno e solo dopo cercare l’esperienza sensoriale, altrimenti si ricomincia sempre da capo.

Se stai dentro di te la vita intera diventa un’esperienza di libertà e la libertà non è quello che cerchiamo?

Grazie 🙏

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