Alessandro Broccolo – Coach professionista

Equanimità: il nostro parco giochi

6 Luglio 2022

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Intro: nella scorsa puntata, abbiamo visto come la felicità sia uno stato interiore, uno stato interiore non facile da consapevolizzare. Non c’è nulla di scontato quando parliamo di felicità e quindi lo facciamo sempre in punta di piedi. Se, grazie ad esempio allo stile di vita, alla meditazione, alla scoperta della Purpose, riusciamo ad andare sempre più vicini a questo stato, facciamo una scoperta pazzesca, ovvero che la felicità è dentro; proprio come la Purpose, che è AGIRE RESTANDO DENTRO SE’ STESSI.

Questa puntata è la naturale conseguenza della precedente. Oggi riflettiamo, ci ispiriamo, consapevolizziamo, la possibilità che per arrivare alla felicità dobbiamo ascoltare.

Questo ascolto ha una caratteristica. Questa caratteristica si chiama equanimità.

Lo abbiamo detto spesso. L’ascolto è la base di tutto. Parliamo di ascolto a 360 gradi, perchè non si percepisce solo con l’udito, ma in un certo senso con tutti i sensi.

Ascolto è quindi percezione. La percezione, che sia del corpo o della mente, è lo strumento principale che ci dovrebbe permettere di interagire nel mondo, di essere consapevoli, di sapere chi siamo, di sapere che tutto, dal nostro corpo alla natura, è una possibilità per esprimere la vita che pulsa dentro di noi.

Se ho caldo o freddo è per la percezione. Se ho paura o no è per la percezione. Se distinguo un gusto da un altro è per la percezione. Se una carezza mi crea emozioni è per la percezione.

Dico dovrebbe perchè abbiamo spesso perso questa capacità percettiva:

siamo talmente di corsa che non sappiamo cosa sente il nostro corpo. Chi di voi sa se domani pioverà solo percependo? Nessuno. Al limite qualcuno di voi dirà: “ arriva il brutto tempo perchè sento male alla cervicale o al ginocchio”.

siamo talmente di corsa che la mente, con i suoi pensieri, diventa l’unico punto sul quale siamo concentrati;

abbiamo perso questa capacità percettiva perché sempre di più ci siamo identificati con i nostri strumenti, ad esempio il corpo e la mente. Anzi forse in questo senso la percezione si è confusa, nel senso che adesso viviamo percependo solo la superficie dei nostri bisogni, racchiudendo tutto attorno a sensazioni come mi piace/non mi piace, voglio/non voglio.

L’ascolto è fondamentale anche per un altro motivo; la percezione, soprattutto corporea, è quello che ci tiene in relazione con la natura, con il mondo. La principale caratteristica della sostenibilità è quindi …l’ASCOLTO.

Vi piace questo modo di vedere, immaginare e usare l’ascolto?

Proviamo a fare questo esercizio, per chi può ora, altrimenti lo tenete buono per un altro momento.

Provate ad ascoltare tutto quello che sentite con le vostre orecchie. Intendo proprio tutto. Scoprirete che ci sono un sacco di suoni e rumori che passano inosservati, ma ci sono. Potreste scoprire che non sentite nulla o che non avete la pazienza di ascoltare.

Vi lascio un minuto, senza musica, così possiamo semplicemente ascoltare.

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Sviluppare questa percezione a 360 gradi è quindi importante perchè ci fa connettere con chi siamo dentro e allo stesso tempo ci mette in relazione con l’esterno; questa abbiamo detto essere una caratteristica della Purpose, la relazione, ma anche una caratteristica della felicità. In realtà forse Purpose e felicità sono sinonimi o due facce della stessa medaglia.

Gli strumenti per sviluppare questa capacità sono tanti e li vedremo soprattutto nei podcast dove meditiamo o dove facciamo esercizi pratici.

In questa puntata parliamo invece di equanimità; anch’essa la sperimenteremo nella nostra quotidianità, ma la possiamo anche capire con delle riflessioni.

Secondo me è molto importante riflettere su questi temi e non solo esercitarli; se vogliamo questi podcast sono come tenere un diario.

La riflessione può essere un esercizio per sviluppare equanimità nella mente.

Cos’è l’equanimità? Vi propongo di pensarla e poi esercitarla così: è la possibilità di accogliere tutto e fare esperienza di tutto senza attaccarsi a nulla. Significa essere completamente coinvolti in qualcosa o qualcuno senza volerlo consumare e basta e senza la sofferenza che poi arriva quando questo coinvolgimento finisce.

Equanimità significa saper ascoltare, conoscere e poi saper ponderare, ad esempio una decisione.

Equanimità significa limitare o eliminare gli automatismi.

Proviamo ad essere ancora più pratici.

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Quando una cosa ci piace la vorremmo per sempre. Il volerla per sempre in un certo senso crea disagio perché sono sempre in lotta per tenerla. Allo stesso tempo se e quando se ne va soffro.

Al contrario, una cosa quando non ci piace non la vogliamo neanche vedere, ma spesso c’è, dal problema al lavoro, ad un cibo che non ci gusta, al freddo che ci da fastidio o al troppo caldo. Questa crea un pò o anche tanta sofferenza e quando se ne va siamo “felici”; così tanto felici che di nuovo ci attacchiamo a questa sensazione e il circolo ricomincia.

Provate a pensarci,questa non è un pò la ruota della nostra vita?

Non serve pensare a cose drastiche, anche se ovviamente quando si parla di sofferenza ci vengono subito in mente, pensiamo alla quotidianità, alle vacanze, al lavoro, alle relazioni, al cibo, alcool, fumo etc etc. Allo shopping. Al male al ginocchio che ogni tanto torna. Al bello e brutto tempo, alle nostre piccole e grandi paure.

Pensiamo a quanto tutta questa non equanimità si sia accumulata da bambini, soprattutto con il gioco o con il cibo.

Insomma in questa barca ci siamo tutti. Possiamo però esercitarci e il risultato non è mica male sapete?

L’equanimità ha a che fare con la calma interiore, anche se fuori c’è il terremoto, e questo non è una potere bellissimo per stare bene, essere nella Purpose, essere leader?

Abbiamo chiuso il precedente pezzo con una frase spero motivante per tutti. In fin dei conti sviluppare calma interiore e felicità ci fa stare bene. Ci possiamo arrivare tutti. E quando non funziona non ci dobbiamo sentire degli sfigati perchè basta guardarsi attorno a vedere che siamo tutti in buona compagnia.

Dove nasce l’equanimità?
Il fondamento dell’equanimità è che tutto, tranne la nostra essenza, è destinato a durare il tempo che dura. Dateci il nome che volete a questa essenza: Sé, anima, spirito o semplicemente coscienza e consapevolezza.

Il tempo che dura? mmmmmm
Già questa frase ci da fastidio, per me è stato così la prima volta che l’ho sentita. Ho subito pensato alle relazioni ad esempio, alla famiglia.
Poi ci rifletti sopra e pensi al fatto che tutto prima o poi finisce…questo è un fatto…, ma ancora ci da fastidio…. allora poi pensi che l’inizio e la fine di qualcosa sono in sé una trasformazione no?

Quando qualcosa finisce in sè si sta trasformando, questo vale anche per la natura. Un bruco che diventa farfalla, in se muore, ma poi diventa qualcosa di più bello.

Un figlio che diventa adulto è la fine di qualcosa che si trasforma in qualcosa d’altro.

Questo lo possiamo vedere su tutto.

Il fatto che la nostra essenza non è toccata da questo processo non vuol dire che si faccia i fatti propri, anzi forse non è giusto dire che non è toccata; qui entriamo in ambito filosofico, il mio semplice e se volete un pò romantico pensiero e che tutto evolve e quindi anche la nostra essenza. Questa è la spiegazione che mi piace dare a tutto ed in se questa è equanimità.

Quindi essere equanimi significa accogliere la trasformazione, il cambiamento, l’innovazione, sia essa interiore o nel mondo. Significa però farlo senza attaccarsi a questa cosa, ma neanche fuggirla. Non mi attacco a quello che mi piace e non scappo dal quello che non mi piace. Attenzione prendiamo attacco e fuga non come movimento, ma principalmente come stati della mente, stati emotivi.

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Andiamo verso la fine con due domande che ci aiutano a fare il punto di quello che abbiamo detto oggi.

Perché è utile questa equanimità?

Come possiamo svilupparla?

Quando sviluppiamo equanimità, quindi mi stacco dall’essere attaccato al piacere o avverso al dispiacere, ci godiamo la vita al 100% e soprattutto calmiamo la mente e la rendiamo più intuitiva e creativa. Qui arriviamo al nocciolo di tutto. Con questo saltare tra piaceri e avversioni, gioie e sofferenze la nostra mente non fa altro che pensare e cercare soluzioni; cercare soluzioni altrove.

Ecco che qui ci leghiamo bene alla scorsa puntata. La mente che pensa troppo – ricordate? – non è consapevole e il cercare sempre qualcosa altrove ci porta fuori di noi, delegando Purpose e felicità alla vita con il se e con il ma.

Nel momento in cui la calmiamo con l’equanimità diventa intuitiva, analogica e anche più “amorevole”. Questo il motivo per il quale quando smettiamo di pensare e magari stiamo facendo una corsetta nella natura ci vengono delle idee.. questo il motivo per il quale andare a correre per pensare spesso non funziona.

Nel momento in cui, un pò alla volta, diventiamo equanimi il mondo diventa il nostro parco giochi perché è solo in quel momento che possiamo fare esperienze autentiche e non puro consumo.

Dovremmo andare in vacanza o uscire la sera con una mente equanime.

come svilupparla? Tutto quello che facciamo qui ci aiuta. Ci saranno delle dirette su questo tema e ovviamente la meditazione, che trovate anche in altri podcast della piattaforma, è la base, è la nostra palestra per l’equanimità.

Possiamo però provarci anche giorno per giorno, magari mettendoci un post o un avviso sul telefono “essere equanime”… > ascoltare quello che ci succede dentro, non reagire con attaccamento o avversione, lasciarlo andare e poi agire nella nostra quotidianità, nel nostro parco giochi.

Più semplice a dirsi che a farsi, ma nella nostra quotidianità, in ogni luogo e con chiunque, possiamo esercitare l’equanimità.

Grazie.


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