Alessandro Broccolo – Coach professionista

Episodio 32 – La motivazione è amore dentro di noi

2 Febbraio 2022

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Cos’è la motivazione?

Dove possiamo trovarla?

Esistono delle tecniche per motivarci?

La motivazione è una forma di energia ed è quella forma di energia che ci permette di realizzarci.

Esistono diverse tecniche per motivarci e oggi ne vedremo una, ma prima vorrei fare una premessa, un pò lunga come sempre -:)

Qual è la miglior tecnica di motivazione?

La miglior tecnica di motivazione sei TU STESSO!

Torniamo sempre al nostro punto di partenza: se non agiamo da dentro noi stessi, nessuna tecnica ci porterà automaticamente ad essere felici, stare bene e anche se lo facesse non è detto che sia duratura. Questa infatti è la vera incognita. Se mi sono motivato ad uno stile di vita più sano, come posso essere sicuro di mantenerlo per sempre?

E’ proprio per questo che esistono le tecniche ed i metodi per motivarci, ma allo stesso tempo possiamo sempre ricordare a noi stessi che “se stiamo dentro di noi”, li troveremo la vera motivazione.

La motivazione, la felicità, tutto quello che serve è dentro di noi.

La ragione?

Non c’è nulla che non sia incluso in noi e questo è un concetto mistico e scientifico allo stesso tempo. Proprio in questi giorni sto leggendo il Tao della Fisica di Fritjof Capra, un libro del quale parleremo sicuramente. Per la fisica moderna è chiaro come nulla sia realmente solido, tutto è energia, particelle e onde che si manifestano infinitamente. Per la finisca nulla è separato, ma tutto è sinergico e l’osservatore, in questo caso noi, influenza il processo.

Le esperienze mistiche di qualunque fede, ci vengono raccontate proprio come la conoscenza, senza forma, del tutto dentro di noi. Quando un essere illuminato dice di aver fatto l’esperienza dell’universo lo intende letteralmente e questo è potenzialmente spiegabile grazie alla fisica.

Ma come fa il tutto ad essere dentro di noi? Questa è la domanda delle domande, la scoperta delle scoperte.

La fisica ce lo può spiegare, ma farne l’esperienza è per ora un processo solo mistico e personale.

Esiste una tecnica semplice che possiamo usare tutti anche se non siamo “destinati” per ora all’illuminazione? Come possiamo trovare la motivazione dentro noi stessi?

Si, esiste e ora ve ne propongo un esempio.

Se, con amore e accettazione, umiltà, volendoci bene e riconoscendo i nostri limiti, ci ricordiamo che dentro noi stessi abbiamo tutto quello che serve per trovare la giusta motivazione, abbiamo già fatto gran parte del lavoro.

E’ un percorso introspettivo. E’ un percorso che richiede anche uno sforzo intellettuale e consapevole di ricordarci che, proprio come ci dice la fisica, il fuori e dentro sono relativi. Una delle possibilità è quella di includere in noi tutto quello che c’è fuori e lasciarci a nostra volta includere in quello che c’è fuori.

Può sembrare un controsenso.

Abbiamo detto che per motivarci dovremmo guardare dentro noi stessi, ma poi diamo uno sguardo all’esterno per includerlo. Com’è possibile?

Il segreto è questo: tutto quello che c’è ora davanti ai vostri occhi può essere incluso in voi se iniziate a sentirvi senza confini, parte del tutto. Un’unità che prende diverse forme grazie ad un processo cosciente.

Proviamo a fare un esempio: davanti ai miei occhi ho la fortuna di vedere un prato e degli alberi che sono mossi dal vento. Sono in una stanza di casa e c’è Samy, la mia compagna, qui con me. Per includere l’esterno posso pensare a tutti i modi per essere in sinergia con questo esterno, ascoltandolo, comprendendolo e apprezzandolo. Posso poi pensare che a seconda di quanto sono centrato in me stesso, questa sinergia potrà essere più o meno armonica. Posso ricordare a me stesso che il mio cuore è un nucleo e come tale ha un suo campo elettromagnetico e questo influenza positivamente o negativamente l’ambiente. 

Quando ci sono quei momenti di imbarazzo, silenzio, disagio o tensione in una stanza, in un luogo pubblico, in una riunione, è proprio perché queste onde non sono sincrone dentro di noi e con il tutto. E questo tutto, come ci spiega la fisica, è fatto di energia.

Posso fare ancora un passo in più: posso iniziare a rendermi conto che Io, scritto con la I maiuscola, non sono veramente quell’io (minuscolo) che si crede confinato in se stesso, con il suo corpo, i suoi pensieri, il suo carattere, le sue pretese e aspettative.

Ecco questo è un percorso introspettivo, che possiamo fare nel quotidiano o soprattutto nella meditazione. In questo percorso siamo partiti con qualcosa di facile, ovvero il sentirci collegati ed in sinergia con l’esterno, fino ad arrivare a concepire, in modo un po forzato, che noi ed il tutto siamo la stessa cosa in interazione costante, ma che grazie alla coscienza di noi stessi,  possiamo fare l’esperienza di questo tutto come singoli, io come Alessandro in questa stanza e voi nel vostro mondo.

Non è una cosa da poco; questa è la spiegazione della dualità come di un’infinità di possibilità. Senza di essa non ci possiamo percepire e sapere di essere noi, ma allo stesso tempo dovremmo ricordarci che questa non è la nostra essenza.

Perché è un pò forzato? Passare dal pensare questo con l’intelletto a farne l’esperienza è il nostro viaggio verso la libertà, felicità e verità; ognuno con i suoi tempi e mezzi.

Per me la puntata potrebbe finire qui. Con questo esercizio e guidati dall’amore che c’è dentro di noi non avremmo, in teoria, bisogno di altro; ma non è così.

Perchè non  così? In sé il motivo è semplice; come è necessario fare uno sforzo intellettuale per capire di essere il tutto e nel tutto, può essere necessario fare uno sforzo mentale e fisico per andare nella direzione della nostra motivazione.

Non c’è nulla di male, ognuno di voi fa quello che si sente di fare e personalizza il suo metodo.

Quale tecnica possiamo usare?

Quella che vi propongo io e che qui accenniamo velocemente, perché avrebbe bisogno di molte puntate, (le troverete sicuramente nella nuova piattaforma che sto creando…spoiler) si chiama “Gli stadi del cambiamento” ed è stata sviluppata da James e Janice Prochaska. E’ conosciuto come il metodo Prochaska e prima che nel coaching è stato ed è un modello usato in psicologia. Nel coaching funziona molto bene perchè è pratico per la costruzione di piani di cambiamento.

Il percorso in questo metodo è diviso in questi stadi: pre-contemplation, contemplation, preparation, action, maintenance e termination.

Vediamoli.

  1. pre-comtemplation: questa è la fase dove non abbiamo consapevolezza che ci sia qualcosa da cambiare;
  2. contemplation: in questo momento c’è il primo accenno di consapevolezza e soprattutto di accettazione. Ci rendiamo conto che dovremmo fare qualcosa per il nostro benessere, per la nostra felicità, ma per il momento, magari per altri sei mesi, lasciamo ancora tutto lì;
  3. in preparation cominciamo a fare dei piccoli passi, proviamo ad interessarci a cosa potremmo fare. Se ad esempio nella fase precedente mi rendo conto che dovrei fare sport, in questa fase guardo le diverse possibilità, il costo delle varie palestre e magari compro le scarpe sportive;
  4. ora si passa in azione (action);
  5. maintenance; quando abbiamo cominciato ad agire non siamo però ancora al sicuro dal fare un passo indietro e questo lo sappiamo tutto molto bene. A tutti noi questo percorso, senza sapere fosse un modello di comportamento, è capitato e capita ancora sicuramente;
  6. infine nella fase finale (termination) siamo, per così dire, liberi, la motivazione, la nuova abitudine, ma soprattutto la consapevolezza fanno parte di noi.

Come possiamo passare da una fase all’altra? Cosa c’entra la motivazione?

Ogni fase è delicata, ma per quanto riguarda la motivazione forse le prime sono quelle più importanti. E’ nelle prime fasi che dobbiamo trovare quella motivazione intrinseca e prendere coscienza che la nostra abitudine causa del male a noi, al mondo e a molte persone che amiamo.

Questo momento è cruciale e legarlo all’amore intorno a noi è importante.

Rispetto a quello che però ci piace raccontarci in questo podcast, noi possiamo fare un passo ulteriore, perché ormai sappiamo che l’amore dobbiamo trovarlo dentro e poi manifestarlo fuori. 

Vi consiglio di riascoltare la puntata “Si può vivere di solo amore” per ricordarci che neanche un’altra persona può diventare la nostra purpose ed il nostro amore, ma può essere un ricevitore del nostro amore.

Se stiamo dentro noi stessi  dovremmo sapere che la centrale dell’amore siamo noi e noi siamo il tutto, quindi anche l’altra persona che lo riceve. Più riusciamo a vivere così e più l’amore è sarà senza  aspettative e quindi l’armonia tra tutti gli esseri e la natura sarà finalmente trovata.

Quindi quando dobbiamo trovare la motivazione a fare qualcosa cerchiamola sempre nell’amore, se possibile prima dentro di noi e poi fuori; se invece non ci riusciamo possiamo cercarla subito fuori, nelle cose e persone che amiamo, ma dobbiamo fare lo sforzo di non avere aspettative da questo esterno e di lavorare sulla nostra purpose senza delegarla a qualcun altro.

Grazie a questo metodo e grazie all’”agire restando dentro” non dovrebbe essere difficile cambiare cattive abitudini e motivarci, ma non sempre è così.

Possiamo dare tutti i nomi tecnici che voglia alle cause di questo, ma poi tutto ci porta all’identificazione. Le cattive abitudini e la non motivazione sono radicate in noi mentalmente e di conseguenza fisiologicamente. Ecco perché questa puntata cade perfetta dopo quella precedente sulle emozioni. 

“Dobbiamo imparare a distinguere la cartina dal territorio”.

In questo il metodo Prochaska può essere utile perchè nell’indecisione, che loro chiamano “ambivalence”, dobbiamo cominciare a fare dei piccoli passi, a prepararci per il cambiamento.

In un mondo che vuole tutto da noi, noi invece decidiamo di fare dei piccoli passi e osservare.

Questo può cambiare il mondo e quindi la vita e sapete perchè? Pensate all’inclusione, alla fisica; se il mondo esiste per mezzo della nostra coscienza allora se cambiamo il modo in cui siamo potrebbe cambiare il mondo.

Anche oggi abbiamo visto come la spiritualità sia nell’azione quotidiana, come i confini non esistono. Anche oggi il tema è tosto, ma gli spunti pratici sono stati tanti.

Dobbiamo solo uscire dalla logica che la pratica sia fare, la pratica è Essere.

#UNO

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